Camille è Camille Carmagnolle, il mio pro-prozio.
Un contadino lavoratore, nato il 13 marzo 1883, a Cotignac da genitori contadini. Sposato con Augustine Requin nel 1908, partì per lavorare a Marsiglia per le ferrovie sulla linea Parigi-Lione-Mediterraneo. Era un soldato nella Grande Guerra, ferito da shrapnel nel 1917, ma tornato sano e salvo da Augustine nel 1918, alla quale aveva scritto costantemente. Poi è tornato alla SNCF. Sindacalista e attivista comunista, tornò in paese alla fine degli anni '20 e lavorò nella proprietà di famiglia, pur continuando il suo impegno politico all'interno delle cellule locali.
Ma Camille è stata soprattutto una combattente della Resistenza, che si è data alla clandestinità durante la seconda guerra mondiale. Sotto lo pseudonimo di "Bagnis" o "L'oncle", guidava un piccolo gruppo di giovani di Cotignac. Nel 1944, era responsabile del FTP di Cotignac, assicurava l'approvvigionamento del Bessillon e partecipava alle sue azioni armate. Il 27 luglio 1944, durante le terribili esazioni ed esecuzioni commesse dai tedeschi a Bessillon, riuscì a fuggire con il suo piccolo gruppo, a differenza di molti combattenti della Resistenza che furono fucilati quella notte. La storia di famiglia racconta che, circondato, avendo i tedeschi acceso un fuoco da una parte e aspettandoli dall'altra, avrebbe detto ai suoi giovani compagni "pisciate nelle vostre camicie, mettetevele in testa e passate attraverso le fiamme". Quelli che lo hanno seguito sono sopravvissuti. Si nascondevano a La Colle d'Auban, dove aveva un capanno nelle vigne ed era sua moglie Augustine che li riforniva di notte, vagando per la campagna con una pistola nella borsetta. Con altri, andò a cercare i corpi dei suoi compagni torturati e giurò di vendicarli. Il suo ruolo alla Liberazione fu molto controverso e divise il villaggio. Fu accusato di aver partecipato all'esecuzione del suo omonimo Hubert Carmagolle, un vicesindaco che i combattenti della Resistenza accusavano di averli consegnati alla Gestapo. Ma non si riprese mai veramente da questi orribili eventi e fece costruire una stele per i suoi compagni a Bessillon.
Dopo la guerra ha continuato a fare campagna, in particolare contro la guerra in Indocina. E, nei suoi ultimi anni, senza soldi e senza figli, fu mio nonno, Milou, uno dei suoi nipoti, ad assicurare i suoi giorni di pace. Quando mori arredamento, la zia "Tine" andava al cimitero, versava un bicchiere di gnole sulla sua tomba e diceva: "Ecco Camille, bevi qualcosa". Era il suo giardino, la sua casa. Era il suo giardino, la sua casa, la casa dello "zio Camille".